sabato 21 febbraio 2015

Recensione al libro Greco, Eroe d'Europa

 

Greco Eroe d’Europa” è un libro-testimonianza redatto con competenza e sensibilità da Francesco De Palo nel periodo topico dei disastri scaturiti dalla consapevolezza del default ellenico. Pubblicato da Albeggi Edizioni nel 2014, dallo scorso anno ha rispettato un nutrito calendario di presentazioni, inaugurato a Roma nel Centro Studi Americano. Spiccano le tappe di Atene (presso il Ministero dell’Informazione) e di Milano, mentre in Puglia è già stato illustrato ufficialmente a Bari ed a Brindisi.

Greco Eroe d’Europa” rintraccia la sua genesi nell’esperienza che l’autore vive e matura in terra ellenica due anni prima, in quel 2012 che ha sancito l’applicazione delle severe norme imposte dall’Unione Europea attraverso la Troika e quel suo memorandum “lacrime e sangue”, destabilizzando in maniera drammatica la già precaria situazione gestionale e sociale della Grecia stessa, in tutti i suoi settori di vita. Si tratta di un pamphlet, quindi un “breve saggio”, che rispetta i criteri dell’agilità stilistica e della fruibilità: scorrevole nella lettura, quindi, ma anche educativo, chiaro nella spiegazione dei tecnicismi (siano essi di matrice burocratica, giuridica, economica), esplicativo circa la narrazione degli eventi che fungono da substrato essenziale e propedeutico alla comprensione, o allo studio, delle strategie che l’attuale governo ellenico, capitanato dal neo premier, l’homo novus Alexis Tsipras fresco di alloro dalle urne, e dal suo collaboratore più carismatico, il Ministro delle Finanze Ioannis Varoufakis, sta adottando nell’arena dell’Eurogruppo, sfidando con proposte originali lo scetticismo di Berlino, circa la razionalizzazione di un debito che non può essere estinto dalle casse greche.

Greco Eroe d’Europa” consta di una struttura tripartita: l’Autore ha operato direttamente sul campo, raccogliendo ed appurando le fonti, rispettando così la precisa missione deontologica del giornalista che ricostruisce e narra i fatti oggettivamente, analizzandone i dettagli con obiettività, eppure risulta emotivamente partecipe nella denuncia di un disagio di proporzioni enormi.

La stesura incessante che risiede nella prima, corposa parte del libro coincide con la rivelazione di un “fallimento”, quello della Grecia appunto, tecnicamente non ufficializzato ma vigente. Lo scenario descritto dall’Autore è preoccupante e soffoca in una morsa l’intera popolazione: impossibile non lasciarsi coinvolgere, anche commuovere, dal racconto delle condizioni disastrose in cui versa il ceto medio ellenico, trasformato nella casta dei “nuovi poveri”. Conseguenza estrema di un’amministrazione pessima delle risorse, ma anche di una superficialità inconcepibile adottata nei piani alti (il riferimento alla mancata lettura di tutte le quattrocento pagine del memorandum prima della sua approvazione in Parlamento è sintomatica). L’Europa crea disservizi, non funziona, riduce al collasso la Madre Patria Greca e mette in discussione il ruolo del Mesogheios, innescando in modo rischioso un senso di apatia, contraltare alle urla di disperazione della gente nei confronti di un immobilismo insano, di una “soluzione” che stenta ad arrivare, e che invece dovrebbe continuare a sottendere al significato stesso della parola “crisi”, etimologicamente ereditata dal greco antico. Un crescendo di situazioni allarmanti, quello descritto dall’Autore: tagli drastici che minano alla stabilità della popolazione ed al rispetto dei propri diritti, tassazioni esasperate che sconvolgono il sistema ed i suoi protagonisti. I greci perdono il lavoro, maturano salari inconsistenti, la disoccupazione aumenta vertiginosamente. L’esasperazione ha condotto alle proteste in piazza come ai suicidi, mentre lo iato con la classe imprenditoriale, dedita ad accaparrarsi testate giornalistiche, emittenti e società di calcio fra le più blasonate del Paese, è solcato prepotentemente. Gli ospedali non garantiscono le cure, i pazienti sono costretti alla rinuncia delle stesse, i farmaci scarseggiano, i bambini sono denutriti e l’intervento delle ONG diventa fondamentale. Nel vortice di numeri, di spread e di crisi del mercato, s’incastonano figure che, al fine di non smarrire la dignità a margine di una condotta di vita agiata ormai interrotta, compongono file silenziose dinanzi ai ristoranti, per beneficiare di un cestino di cibo, lo stesso che altri chiedono alle mense della Caritas, o che addirittura cercano rovistando nei cassonetti. La culla della civiltà e della cultura è umiliata: l’Autore, nell’immedesimazione esercitata nella composizione del suo “diario di bordo”, non dimentica lo scandalo che ha coinvolto la classe giornalistica, privata della libertà d’informazione. Esamina poi, scevro da alcuna forma di pregiudizio, il potere ammaliante esercitato dalle correnti estremistiche, sia essa Syriza o Chrisì Avghì (Alba Dorata), con la sua visione esclusivistica e nazionalistica.

La seconda parte del libro stempera le tensioni implicitamente metabolizzate nel lungo prologo. Il gusto dell’inchiesta filtra attraverso due approfondite ed interessanti interviste: in primis, il colloquio con Kostas Vaxevànis, giornalista greco noto per aver pubblicato i nomi degli illustri evasori fiscali ellenici contenuti nella lista Lagarde, azione che gli è costata l’arresto. Successivamente, la chiacchierata con lo scrittore Petros Màrkaris, il “Camilleri greco”, nell’analisi del suo personaggio più famoso, il commissario Charitos.

Una serie di racconti intrisi di positività, legati a personaggi emblematici di quell’orgoglioso senso di appartenenza che contraddistingue da sempre il popolo greco introduce la terza ed ultima parte del testo. Che coincide con un inno alla speranza, un messaggio alla riacquisizione di una mentalità sublime, avvezza ad esaltare e recuperare i valori della cultura, della sinergia delle varie intellighenzie, delle idee, analizzando il passato nella crisi presente, affinché si possano creare le premesse e le fondamenta per un futuro maggiormente rassicurante. L’Autore si concede una vera e propria digressione storica, perché è la Storia a dover essere identificata quale giusto punto di riferimento per lo smarrimento della popolazione ellenica e non solo. L’Autore rivendica la riaffermazione della “mediterraneità”, del ruolo che le genti del Mediterraneo devono assolutamente recuperare per imporsi nella cosiddetta eurozona. Il celebre episodio delle Termopili, delle “porte di fuoco”, diventa così una vera e propria metafora: quella dello spirito di reazione ecumenica che i greci riuscirono ad esprimere e che devono replicare nell’eccezionalità del momento attuale. De Palo evoca Erodoto per ricordare l’alleanza solida promossa fra le poleis, compatte nel contrastare l’incombente pericolo persiano. Dalle strategie militaresche studiate da Temistocle avverse l’avanzata di Serse, sino al tradimento di Efialte ed al sacrificio mai vano dei Trecento di Leonida: il luogo delle Termopili, che conserva una sorta di culto della figura del sovrano e condottiero spartano, è qualificato dall’Autore come simbolico ed ispiratore dell’Unione Europea. Lì, dopo la battaglia, furono infatti costituite le Amfiktionìes, primo tentativo di organizzazione e di rispetto fra molteplici poleis. Un esempio di un’attualità disarmante, al quale l’Autore affida i suoi pensieri conclusivi. E, probabilmente, considerate le sue recenti opere di cronaca, anche un volàno per la composizione di un nuovo elaborato.


Alessandra Carpino per il

Dopolavoro Filellenico di Taranto



(foto Sara Lato)
 
*Alessandra Carpino è socia del Dopolavoro Filellenico

La galleria delle foto Greco eroe d'Europa













 

mercoledì 18 febbraio 2015

giovedì 12 febbraio 2015

“Perché greco è l’Eroe d’Europa?” - Incontro col giornalista Francesco De Palo


L’evento, organizzato dal Dopolavoro Filellenico,
è in programma giovedì 19 febbraio a Taranto

 
di Alessandra CARPINO
 
L’indomabile spirito ellenico. Da culla della civiltà e della cultura, ad icona della riaffermazione del valore della mediterraneità in Europa. Il fenomeno Grecia, tra dramma e desiderio di riscatto, è in piena fase evolutiva, sta catalizzando un’attenzione ecumenica ed eclettica in ogni settore, e risulta tutto da scoprire e da studiare. La genesi è in quella crisi, drastica e dolorosa, che ha destabilizzato la popolazione di un Paese, l’Ellade appunto, certificata dalle severe normative imposte dall’Unione Europea attraverso l’applicazione della Troika e del suo memorandum: una nazione al collasso, quasi tecnicamente “fallita”, nevroticamente interpretata dai cittadini, privati del loro lavoro, depauperati dei propri introiti e dei propri diritti, ma mai prostrati alla perdita della dignità. Nell’etimologia della parola “crisi”, si sottende alla ricerca della “corretta soluzione”: sarà stata indovinata dal popolo ellenico attuale, nella scelta elettorale che ha promosso l’homo novus Alexis Tsipras, da poche settimane alla guida del Governo? Entusiasmo nelle piazze, curiosità estere ma anche timori nutriti nella cosiddetta eurozona: riuscirà il carismatico binomio composto dal Premier Tsipras e dal suo Ministro delle Finanze Ioannis Varoufakis a contrastare lo scetticismo di Berlino, a convincere l’intera UE sull’innovativa proposta di razionalizzazione di quel debito, amara eredità di scandali e sprechi, che ha attanagliato il popolo greco nella disperazione di questi ultimi anni? Propedeutico ad illustrare peculiarità ed originalità degli scenari che stanno schiudendosi in ambito europeo, sarà l’incontro, organizzato dal Dopolavoro Filellenico di Taranto, associazione culturale appassionata divulgatrice di lingua e civiltà greca moderna presieduta da Giancarlo Antonucci, con il giornalista Francesco De Palo, profondo conoscitore della realtà politica, economica e sociale della nazione ellenica. Patrocinato dal Consolato Onorario di Grecia in Puglia, l’evento avrà luogo il prossimo giovedì 19 febbraio, dalle ore 17.30, presso l’Aula Magna del Liceo Classico “Quinto Ennio”, sito in via Abruzzo n.13 a Taranto. Una conversazione che nasce dalla presentazione ufficiale, anche nel capoluogo ionico, di “Greco Eroe d’Europa”, libro-testimonianza redatto con competenza e sensibilità da Francesco De Palo nel periodo topico dei disastri scaturiti dalla consapevolezza del default ellenico. Un pamphlet educativo e chiaro sotto il profilo dei tecnicismi, scorrevole nella lettura ed esplicativo, ma anche impreziosito da interviste a personaggi di calibro ed attestati dell’anima di una Madre Patria che non ha assolutamente intenzione di smarrire il proprio ruolo privilegiato dalla Storia. Anzi: intende riappropriarsene, risollevandosi dalla brusca caduta, come fiera consuetudine registrata nei secoli insegna. Un elaborato concepito “sul campo”, “Greco Eroe d’Europa”, pubblicato da Albeggi Edizioni nel 2014: prologo essenziale per la narrazione che il suo autore, Francesco De Palo, offrirà alla platea, di ritorno da Atene, capitale ellenica nella quale è stato inviato dalle testate di sua pertinenza per analizzare ogni dettaglio del recente esito delle urne, che ha confermato l’ascendente dei movimenti “estremistici” sulle speranze e sulla rabbia dei cittadini greci, premiando i radicali di sinistra di Syriza, ma non lasciando nemmeno tramontare l’Alba Dorata. Originario di Bari, laureato in Giurisprudenza, Francesco De Palo è giornalista freelance e collaboratore, in materia di politica, cultura e Mediterraneo, per Il Fatto Quotidiano, Il Giornale, la Rivista Il Mulino, Formiche, Air Press. E’ direttore responsabile del magazine Mondogreco (omonimo dell’associazione di cultura ellenica) e del mensile “Prima di tutto italiani”. Addetto alla comunicazione per il CTIM (Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo), membro onorario della Società di Studi Cipriologici di Nicosia, oltre di “Greco Eroe d’Europa”, vincitore dell’Alexandria Scriptori Festival 2014, Francesco De Palo è autore anche di “Onde-Diario di un immigrato”, racconto sul complicato concetto dello “ius soli”, edito da Aletti nel 2011. Una delle sue indagini pubblicate sul Fatto.it è stata messa agli atti del Parlamento Ellenico nell'ambito della commissione d'inchiesta sulla lista Lagarde.
 
 

giovedì 5 febbraio 2015

Vino in Magna Grecia con Silvana

Prosegue a Policoro la serie delle relazioni su I Vini della Magna Grecia della giornalista e sommelier Silvana Giuliano per conto del Dopolavoro Filellenico.
Questa sera, giovedì 5 febbraio 2015, Silvana e il Dopolavoro Filellenico, insieme con Francesco Silvestri e Pina Mazza dell'associazione Il Corifeo di Massafra che hanno ideato il progetto, saranno ospiti dell'associazione Federico II di Policoro dove alle 19,00 sarà tenuta la relazione.

 
Silvana durante la prima presentazione a Massafra

LA CANZONE DEL GRUPPO - ΚΑΠΟΥ ΘΑ ΣΥΝΑΝΤΗΘΟΥΜΕ

Abbiamo scelto questa canzone perché in qualche modo ci rappresenta, anche se è una condizione piuttosto comune a molti nella nostra epoca. Anche noi quando dobbiamo riunirci, per un motivo o per l'altro, per impegni di uno o dell'altro, troviamo difficile se non impossibile incontrarci. Inoltre è cantata da un gruppo di bravi artisti affiatati che speriamo possano portare fortuna alla nostra associazione. Cliccando qui possiamo trovare il testo e la traduzione in italiano